Canonico di N. S. del Rimedio per 14 anni
"Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo (Col. 1.24) San Giovanni Paolo II in Questa frase ben elaborata e commentata da San Giovanni Paolo II in "Salvifici doloris" è rimbalzata con insistenza nella nostra mente e nel nostro cuore in occasione della morte di don Giuseppe Borgatti. Quando si deve scrivere di un proprio confratello di Messa sembra cosa facile, ma poi risulta difficile, specialmente in questo caso dove il pensiero di un curriculum vitae assume tante risonanze con dei tratti della Via Crucis Il servizio pastorale di don Giuseppe ha camminato su due rotaie: la prima, quella della generosità; l`altra quella della tribolazione. E per spiegarmi mi rifaccio a una vivenza significativa occorsa in occasione dell`ultimo ricovero all`ospedale San Martino, cosi come ha riferito una parrocchiana della Valbrevenna. Quel giorno lei era in attesa per una visita al Pronto Soccorso; a un tratto intravide casualmente don Giuseppe disteso sulla barella: l`avvicinò subito confidando la sua preoccupazione. Don Giuseppe fu molto lieto nel rivederla e come poté la confortò dicendole che tutte le benedizioni che poteva dare le invocava su di lei e che quel giorno avrebbe offerto per Lei le sue sofferenze. In questo episodio sta la chiave di lettura del cuore sacerdotale e dello stile pastorale di don Giuseppe. Nato a Renazzo del Cento (Fe) il 12 giugno 1945, a tre anni approdò con i genitori e la sorella Franca a Genova divenendo parrocchiano di San Lorenzo, in centro storico. Appena possibile cominciò a frequentare la chiesa godendo della presenza del parroco Mons. Angelo Granara, di don Agostino Cipriani, di don Luigi Parodi e altri canonici: era ben noto anche al Cardinal Giuseppe Siri e al suo "grande" segretario don Barabino. Prima ancora di entrare in Seminario, aveva incontrato don Federico Cassissa che lo invitò a passare periodi di vacanza presso la sua grande e bella famiglia e in particolare a beneficiare delle premurose attenzioni di mamma Natalina. Dal Chiappeto, Giuseppe passò al Seminario Maggiore, in Via Porta d`Archi, dove frequentò il liceo collaborando attivamente al trasloco del Seminario al Righi, dove frequentò la Teologia. L`Ordinazione avvenne in San Lorenzo il 1 marzo 1969. Il primo incarico pastorale fu quello di curato a San Michele di Borzoli accanto a prè Carlin, don Bruzzone; poi fu parroco a Marsiglia e a Traso. Nel 1978 con la Caritas a fianco di Mons. Piero Tubino scese in Irpinia a Colliano per portare aiuto a quelle popolazioni colpite dal terremoto. Altri incarichi svolti da don Giuseppe furono a S. Eusebio con don Antonio Lovato e a S. Pietro della Foce. In occasione della Festa del SS. Nome di Maria l`8 settembre del 1996 Mons. Tanasini - a Busalla - gli comunicò che il Cardinale Tettamanzi lo nominava Parroco in Valbrevenna affidandogli tre Parrocchie: il SS. Nome di Maria di Frassinello e quindi anche Rettore del Santuario N. S. dell`Acqua, S. Michele di Clavarezza e S. Lorenzo di Pareto. Qui trovò un ambiente favorevole alle sue attitudini umane e pastorali. Il nuovo incarico - assolto con gioia e disponibilità - gli diede l`opportunità di esplicare meglio i suoi talenti con la collaborazione dei parrocchiani e dei devoti del Santuario, al quale dedicò il meglio di se stesso. Preparava ogni anno con appassionato ardore la Festa del Santuario ogni seconda domenica di luglio e non perdeva occasione per inventare anche altre occasioni per richiamare interesse e devozione; non ultima l`intuizione di promuovere la Festa del Ringraziamento che si celebra a fine ottobre. Era molto accogliente con parrocchiani, amici, giovani, fidanzati del CPM ai quali offriva anche pizza e farinata presso la casa canonica di Molino Vecchio. Trascorsa la bella stagione si recava alla domenica pomeriggio al Santuario della Guardia per le confessioni e in primavera aiutava anche a il parroco di Busalla per la Benedizione delle famiglie. Fu anche Assistente diocesano del Movimento Cristiano Lavoratori. Una passione particolare lo ha portato ad approfondire la vicenda storica di Cristoforo Colombo organizzandone una apprezzata commemorazione presso l`Abbazia di S. Stefano prendendo lo spunto dalla lettera pastorale del Cardinal Canestri "Il mare via al Vangelo". Purtroppo il suo stato di salute continuò a peggiorare e dal 2006 dovette rinunciare alle Parrocchie della Valbrevenna mantenendo solo l`incarico di Rettore del Santuario di N. S. dell`Acqua. Il 3 settembre del 2006 fu nominato Canonico della Collegiata di N.S. del Rimedio, con i suoi tratti di schiettezza e gentilezza si fece ben volere dai confratelli e dai parrocchiani. Qui esercitò con semplicità e dedizione il suo ministero per oltre dieci anni. Dovette poi essere accolto presso la `Casa del Clero Card. Siri` e, aggravandosi ancora le sue condizioni generali, fu trasferito all`Istituto Don Orione della Castagna di Quarto dove l`1 marzo 2019 poté festeggiare con i suoi compagni di classe il 50 di Ordinazione, circostanza allietata anche da una telefonata di Papa Francesco. Lo scorso gennario, durante il ricovero di 40 giorni all`ospedale San Martino, ricevette con fede e devozione l`Unzione dei Malati e il Santo Viatico, con la serena fiducia che dopo tante stazioni della sua Via Crucis andava incontro a Gesù Buon Pastore. Il 3 marzo fece ritorno al Don Orione in attesa del Dies Natalis che avvenne proprio il giorno 12 - anniversario della morte di San Luigi Orione (12 marzo 1940) - amorevolmente assistito dalla sorella Franca. Con fede e speranza, con lui e per lui, vogliamo ripetere: "E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto né lamento, né affanno perché le cose di prima sono passate" vieni Signore Gesù (Ap 21,4) (da Il Cittadino - Genova)